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Recintata la spiaggia a Fiumicino, ma le autorizzazioni per il porto crocieristico ancora non ci sono

Intervista a Claudio Marotta, consigliere regionale di Sinistra Civica Ecologista, che da sempre è contrario al progetto di realizzazione del porto crocieristico a Fiumicino.
A cura di Enrico Tata
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Novità sul progetto del porto crocieristico a Fiumicino. Come abbiamo raccontato su Fanpage.it, nelle scorse ore è comparso un lungo muro di cemento che delimita la spiaggia al Vecchio Faro. Per questo i comitati contrari alla realizzazione del nuovo porto hanno chiesto ufficialmente all'amministrazione comunale di chiarire la natura dell'intervento.

Fanpage.it ha chiesto un parere a Claudio Marotta, consigliere regionale di Sinistra Civica Ecologista, che da sempre è contrario al progetto di Royal Caribbean.

Lei è da sempre contrario alla realizzazione del porto crocieristico a Fiumicino. Perché?

Da quando sono arrivato in Consiglio regionale, ho avviato un'attività conoscitiva e ispettiva sulla procedura in atto, spinto da una totale contrarietà a un'opera di questo tipo. Innanzitutto, per una questione legata alla crisi climatica. Il traffico crocieristico rappresenta il 2% della navigazione globale, ma è responsabile di un quarto delle emissioni prodotte dal traffico marittimo. Quindi, siamo di fronte a un modello di sfruttamento delle risorse naturali e di turismo che è completamente anacronistico rispetto all'emergenza climatica.

Inoltre, sono fortemente preoccupato per l'impatto ambientale e sociale dell'opera, che verrebbe realizzata alla foce del Tevere, in un'area già gravata da numerose difficoltà. Isola Sacra è un territorio già minacciato dal rischio idrogeologico, carente in termini di infrastrutture per la viabilità, gravato dal traffico aereo dello scalo internazionale Leonardo Da Vinci, in un contesto peraltro di rilevante interesse naturalistico e archeologico.

Secondo lei ci sono rischi per il bacino del Tevere?

L’Autorità di Bacino ha evidenziato in Commissione Giubileo le potenziali criticità di un’opera che poggerà sulla foce del Tevere. Aggiungo che l’opera sarebbe realizzata nelle adiacenze del Sito di Interesse Comunitario (SIC) in forza dalla Direttiva UE per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali. Inoltre, potrebbe interferire con le infrastrutture e promuovere un modello di turismo "mordi e fuggi" che, aldilà delle solite promosse, sappiamo bene che impoverisce il tessuto economico locale.

Dove arrivano le grandi navi da crociera, i turisti restano sulle stesse navi e non contribuiscono all’economia locale, tuttalpiù vengono trasferiti direttamente Roma. Questo progetto rischia di desertificare anche la cantieristica navale, settore importante per la regione. Infine, ci sono state promesse sull'elettrificazione delle banchine (cold ironing), ma non ci sono riscontri concreti. Potremmo ritrovarci con navi gigantesche ormeggiate a Fiumicino che mantengono i motori accesi inquinando l’ambiente.

Questo progetto è stato inserito tra quelli previsti per il Giubileo. Come è nata questa scelta?

Ripercorriamo le tappe di questa complessa vicenda. Anni fa, la società "Iniziative Portuali" ottenne dalla Regione Lazio una concessione per realizzare un porto turistico. Un'iniziativa che avrebbe potuto portare una riqualificazione dell’area, perché è evidente che al Vecchio Faro a Isola Sacra interventi di riqualificazione sono necessari.

Tuttavia, dopo il fallimento di questa società e l'intervento di Invitalia, è arrivata la Royal Caribbean e il progetto è stato trasformato radicalmente: da un porticciolo per barche da diporto a un porto con un molo per l’attracco delle navi da crociera più grandi al mondo. Come questa opera sia finita nel decreto Giubileo bis bisognerebbe chiederlo ai protagonisti del governo Draghi.

Oltre agli aspetti ambientali, sociali ed economici, c’è un problema giuridico: com’è possibile che il Comune di Fiumicino e la società Fiumicino Waterfront possano realizzare un porto crocieristico basandosi su una concessione rilasciata per un porto turistico? Questo è il nodo centrale, a mio avviso. E l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente sollevato rilievi proprio su questa trasformazione.

Quali sono i rilievi mossi dall'Autorità?

Appena arrivati in Consiglio regionale, insieme a esponenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, abbiamo chiesto di approfondire la questione in Commissione Giubileo. Durante le audizioni, è emerso chiaramente che si stava stravolgendo la natura della concessione. I proponenti sostenevano che, poiché più del 50% della superficie del porto sarebbe rimasta destinata alle imbarcazioni da diporto, il progetto rispettava ancora la concessione originale. Ma mettere due navi da crociera accanto a decine o centinaia di barchette non è la stessa cosa: l’impatto è completamente diverso.

Poche settimane fa, l’Autorità Garante della Concorrenza ha chiarito che, per definire la natura di un’infrastruttura portuale, non si può guardare solo alla superficie occupata dalle imbarcazioni, ma bisogna considerare anche l’impatto economico e gli equilibri di mercato. In Italia, la legge 84 del 1994 classifica i porti in cinque categorie: turistici, commerciali, industriali-logistici, pescherecci e per il trasporto passeggeri e crocieristici. Inoltre, li distingue per rilevanza economica (internazionale, nazionale o regionale).

Dire che una concessione per un porto turistico possa trasformarsi in una per porto crocieristico senza una nuova valutazione sulla base della legge 84/94 crea uno squilibrio nel mercato. Non a caso, l'opposizione al progetto è ampia: coinvolge tutte le opposizioni nel consiglio comunale di Fiumicino, molti dei consiglieri regionali di opposizione, le forze sindacali e anche il sindaco di Civitavecchia.

Ieri in Consiglio regionale si è riunita la commissione sui lavori pubblici per approvare il piano dei porti del Lazio. Che cosa è emerso?

Il piano regionale dei porti, approvato dalla giunta a fine 2023 dopo un anno e mezzo di discussione, non menziona il porto crocieristico di Fiumicino. Questo significa che il titolo in possesso di Fiumicino Waterfront riguarda ancora un porto turistico.

Inoltre, siamo in attesa del parere del Ministero della Cultura, che deve ancora completare la valutazione di impatto ambientale. Se il governo nazionale darà il via libera all’opera, la società dovrà comunque rivedere il titolo di concessione, perché quello attuale non è sufficiente per realizzare un porto crocieristico.

Passiamo alla novità della recinzione sulla spiaggia. Non è chiaro chi l’abbia realizzata e per quali motivi, considerando che il progetto è ancora in fase preliminare. Del resto anche la società Waterfront ha ammesso in una nota "che gli interventi nell’area in concessione descritti sopra non sono in funzione delle opere per la realizzazione della Variante di progetto, per cui è ancora attesa la conclusione dell’iter autorizzativo".

Questa è una novità preoccupante. Io non ho certezze, ma credo che, in virtù della vecchia concessione per il porticciolo turistico, si stiano realizzando interventi come la delimitazione di aree di cantiere o opere a terra, che formalmente rientrano nel titolo originario, ma potrebbero essere propedeutici alla trasformazione del progetto.

La consigliera comunale di Fiumicino, Barbara Bonanni, ha presentato un accesso agli atti per verificare se ci sia un'autorizzazione da parte del Comune e insieme agli altri consiglieri di opposizione nel comune di Fiumicino stanno presentando un’interrogazione per fare chiarezza sua questi episodio.

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